
«Shofar. Serata a Torino»
Il dipinto «Shofar. Serata a Torino» rappresenta un’immagine in cui si intrecciano storia, simbolismo e contemporaneità. L’artista trasporta lo spettatore nel cuore di Torino, città in cui l’architettura monumentale convive con tradizioni secolari e simboli spirituali sempre vivi. In primo piano si distingue la figura di un uomo avvolto nel tallit — il mantello di preghiera della tradizione ebraica. Egli suona lo shofar, l’antico strumento rituale, il cui suono da sempre accompagna eventi solenni e richiama al risveglio spirituale.
La figura è collocata sul tetto di una casa, quasi al confine tra lo spazio terreno e quello celeste. Davanti a lui si apre la vista su Torino al tramonto, illuminata dalla luce dorata dei lampioni e delle finestre. Al centro della composizione emerge la Mole Antonelliana, simbolo inconfondibile della città, con la sua guglia che si slancia verso il cielo. Essa diventa l’asse verticale dell’opera, collegando la dimensione urbana con quella celeste, popolata dalle nuvole che occupano gran parte del dipinto.
Le nuvole meritano un’attenzione particolare: sono dipinte con pennellate calde e luminose — toni aranciati, rosati e dorati che danno vita a un cielo vibrante e mutevole. Le loro forme evocano volti e sagome, come se la natura stessa rispondesse al suono dello shofar. Il contrasto con le montagne azzurrate all’orizzonte rafforza l’intensità drammatica e allo stesso tempo solenne della scena.
La tavolozza cromatica è costruita sul dialogo tra il calore scintillante della città e le tonalità fredde del cielo e delle montagne al calar della sera. Questo equilibrio suggerisce un’armonia profonda, sottolineando l’idea di unione tra il terreno e lo spirituale, tra il materiale e il divino.
«Shofar. Serata a Torino» può essere interpretato come metafora del risveglio, come invito all’ascolto interiore e alla sensibilità spirituale. La città non è semplice sfondo, ma un organismo vivo che accoglie e risuona con l’antico suono dello shofar. L’opera è al tempo stesso radicata in un luogo preciso — il profilo inconfondibile di Torino — e universale, perché affronta temi di memoria, tradizione, fede e speranza che parlano a ogni spettatore.
Questo dipinto invita a fermarsi, ad ascoltare il silenzio e a percepire come l’eterno penetri nella quotidianità. Attraverso la simbologia e le immagini potenti, l’artista mostra che anche in una città moderna, piena di luce e movimento, c’è sempre spazio per i suoni antichi che ci legano alle nostre radici e al cielo.